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"Comprate terreni:
non ne fabbricano più".
(Mark Twain)
L'amore per la terra, sia per tradizione che per educazione familiare, ha attraversato da sempre l'intera mia esistenza.
Da bambina, insieme a mio fratello, eravamo di continuo al seguito di mio Papà nelle sue "imprese agricole" e oggi dico quanto questo sia stata una fortuna per noi.
Siamo cresciuti, vedendo la sua dedizione e i suoi sacrifici spesi e profusi incondizionatamente nelle nostre campagne, in ogni singola pietra, muro, scarpata che vi fosse...nel "Le Nostre Terre", appunto.
Non c'era estate, che Lui non risistemasse una strada, non raddrizzasse una palizzata, non ultimasse una recinzione, non ripulisse un pozzo o una sorgiva, non riergesse un muro franato, non ripiantasse in ogni fondo, ogni anno, l'orto.
Era infaticabile.
Abbiamo imparato a conoscere, negli anni, attrezzi di tutti i tipi: ruspe, motopale, escavatori, decespugliatori, trattori, betoniere, impastatrici, fresatrici, motozappe, motoseghe, scalpelli, operai, manovali agricoli e maestranze di tutte le specie.
Erano estati anomale le nostre: il mare si faceva a luglio, in città, a Palermo....poi "diventava" il tempo di San Giorgio e della campagna: gli animali, i lavori, il paese, le nocciole, la gente del luogo....insieme a tanto altro...
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Dopo la sua dipartita, prematura e inaspettata per tutti, Io e mio fratello, abbiamo cercato di continuare la sua opera.
Oggi, il risultato del nostro impegno sono due realtà vive e concrete, parallele e complementari che sanno sposarsi armoniosamente, come erano loro in vita:
"Don Cesarino" e "Donna Cettina"...
...insieme a tutto quello che in "quelle estati" e in "queste terre" ci hanno insegnato.